La dama a 100 caselle presentata in otto lezioni, 2 appendici e centinaia di diagrammi
Le origini della dama sono antichissime e talune fonti parlano di reperti di
un gioco simile alla dama praticato dagli Egizi.
Altri ricercatori raccontano che sotto il nome di "Pettia" veniva giocata
nell'antica Grecia.
Molti studiosi la fanno derivare dai "Latrunculi" della Roma di Cicerone
per arrivare poi, attraverso il Medio Evo col "Gioco delle tavole", ai tempi
moderni con la dama a sessantaquattro caselle che, seppur con regole diverse,
si afferma in tutti i paesi.
È invece certo che nella forma più diffusa, quella della
dama internazionale a cento caselle, adottata della Federazione Mondiale
(F.M.J.D.), venne ideata a
Parigi agli inizi del 1700 da un appassionato giocatore, pare un ufficiale
del reggente Filippo D'Orléans, ammirato dalla grandiosità
delle combinazioni realizzabili sulla damiera a cento caselle.
Parecchie Federazioni damistiche hanno adottato integralmente la dama
internazionale (fra le maggiori: Olanda, Francia, Canada, Belgio, Svizzera)
mentre altre la praticano in aggiunta al proprio gioco nazionale (fra le
maggiori: Russia, Stati Uniti, Brasile, Italia).
Russia (e i paesi dell'ex Unione Sovietica) e Olanda sono all'avanguardia
nell'ambito internazionale e, da anni, la disputa del titolo mondiale è
un fatto personale tra giocatori dei due Paesi.
E dopo questi... tremila anni in venti righe, prima di iniziare
l'affascinante viaggio nel mondo delle cento caselle, mi sembra opportuno,
in questa sede, spiegare il piano di lavoro che ha determinato l'impostazione e
il tipo di impaginazione.
Anzitutto la necessità di dire il più possibile in poche
lezioni, poi il fatto che la suddivisione in lezioni, già collaudata
in una mia precedente monografia sulla dama italiana, consente una esposizione
ordinata degli argomenti con uno schema didattico utilizzabile sia per lo
studio del singolo, sia per l'effettuazione di possibili corsi.
Il lavoro, dopo l'obbligatoria spiegazione delle regole di gioco, inizia
con la presentazione delle posizioni finali.
È un criterio comune a tutti i trattati damistici rivolti ai
principianti.
Infatti non è possibile iniziare una partita senza avere la minima idea
di come si può concludere.
Continuando poi, a ritroso, presento i primi criteri tattici del finale
di partita, le combinazioni con pochi pezzi, quelle sontuose del centro
partita con tanti pezzi, per arrivare, dopo aver acquisito gli elementi
tecnici fondamentali, agli inizi di partita con le prime strategie che possono,
così, venire affrontate con cognizione di causa.
Dopodichè si ritorna alla fine imparando a manovrare le dame, queste
signore del finale, potenti e vulnerabili.
Due appendici, vari stelloncini esplicativi e qualche simpatica vignetta
completano la monografia.
Alla fine, una volta conosciuta la dama internazionale, penso si
dovrà convenire che non si conosce altro gioco che possa starle
alla pari per vastità, spettacolarità di combinazioni,
possibilità di calcolo.
Esagerazioni? Forse! Però si dovrà dirlo, semmai, alla
fine quando il lettore avrà fatto le debite comparazioni.